Prima di andare a definire quanto costa un filo di perle è bene fare un passo indietro e raccontare la loro seducente storia, fatta di una vittoria e una sconfitta.
La sconfitta si è consumata negli ultimi due secoli, durante i quali le Meleagrine (dette anche Pinctade, le uniche ostriche in grado di generare perle) sembrarono interrompere la loro produzione definitivamente.
La pesca intensiva, l’ingordigia dei pesci, delle anguille e dei granchi assieme all’inquinamento compromisero il lavoro di queste ostriche e il Mar Rosso, lo Sri Lanka e il Golfo Persico dovettero rinunciare ad ospitare questi prestigiosi molluschi nella loro fauna acquatica.
La rinascita delle perle
È grazie ai giapponesi che oggi abbiamo nuovamente la possibilità di possedere le perle, grazie alle coltivazioni che si estendono dal Giappone, all’Indonesia, alla Thailandia, Birmania, Filippine e Australia. I mari che ospitano queste coltivazioni hanno condizioni ambientali ottimali:
- Temperatura costane (13°-15°)
- Tasso stabile di salinità
- Assenza di inquinamento
- Ricchezza di plancton (il nutrimento principale delle ostriche)
Come nasce la perla?
Il lavoro di coltivazione delle perle richiede manodopera altamente qualificata.
Vediamo insieme quali sono le fasi di coltivazione.
- Dopo 3 anni di osservazione, si selezionano le Meleagrine migliori
- Avviene così l’innesto, dove i coltivatori depositano una piccola sfera di madreperla avvolta in un lembo di mantello, portando il mollusco all’inizio della perlagione
- A questo punto le ostriche vengono immesse nuovamente in mare, in gabbie protettive per preservarle dai numerosi pericoli
- Dopo 2-3 anni, nel periodo invernale, viene raccolto il frutto del loro lavoro, la perla
Quanto costa un filo di perle: le diverse tipologie
Il costo di un filo di perle dipende da moltissimi fattori, sia oggettivi che geografici.
I fattori tecnici oggettivi che determinano il prezzo del filo di perle sono:
- La qualità: determinata dalla quantità della perlagione intorno al nucleo. Più strati ci sono, più la perla è costosa.
- Il diametro della perla finita: più sono grandi le perle, più sono rare e quindi costose.
- La perfetta sfericità: più la perla è sferica, maggiore sarà il suo costo.
- La superficie: più la superficie è liscia, più è pregiata la perla.
- L’Oriente (l’insieme dei fenomeni ottici di riflessione e rifrazione della luce), per quanto riguarda la brillantezza.
- I micro lampi cangianti emessi dalla perla: più sono, più è pura e pregiata.
- L’uniformità: in un filo di perle, tutte devono essere dello stesso diametro, tonalità, sfumatura, superficie, Oriente, qualità.
I fattori geografici dividono le perle in diverse famiglie:
- Perle d’acqua dolce: nascono da molluschi di 40 cm di grandezza, che producono anche 40 perle tutte insieme. Vengono coltivate nelle anse dei fiumi e dei laghi dell’Oriente (Vietnam, Giappone, Cina). Essendo che ne vengono prodotte in grande quantità, il costo è inferiore rispetto alle altre tipologie.
- Perle giapponesi: nascono dal mollusco Akoya. Queste vengono coltivate in mare, sulla costa e spesso le forti onde e gli tsunami le portano al largo, andando così a prendere molta della produzione. Per questo i costi sono più elevati, essendo queste perle più rare e coltivate in situazioni di difficoltà ambientali.
- Perle australiane: in questo caso la produzione di perle è più costosa in quanto servono delle navi attrezzate con dei veterinari specializzati che vadano a controllare la produzione nella barriera corallina. Di qualità eccellente, queste perle nascono da molluschi molto grandi che producono una perla alla volta. Il Governo Australiano è molto rigido sull’esportazione, attento ai protocolli etici e ambientali. Anche questo fattore incide sul prezzo della perla, essendo l’esportazione molto controllata e non massiccia.
- Perle di Tahiti: le perle nere, seguono gli stessi disciplinari di produzione di quelle australiane.
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